Sanatoria edilizia 2023: il presupposto è la doppia conformità
L’Italia è il Paese delle piccole e grandi difformità edilizie che spesso sfociano in veri e propri abusi. Le possibilità di sanatoria edilizia del 2023, benché si senta periodicamente parlare di nuovi condoni, sono limitate ad alcune poche casistiche contemplate all’interno del d.P.R. n. 380 del 2001, il cosiddetto Testo Unico Edilizia.
Sanatoria edilizia: le disposizioni del T.U. Edilizia
La sanatoria edilizia di un abuso può essere ottenuta mediante l’utilizzo di 3 articoli del d.P.R. n. 380/2001:
- l’art. 36 con la presentazione di un’istanza di permesso di costruire in sanatoria;
- l’art. 37 con la presentazione da parte di un tecnico di una segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) in sanatoria;
- l’art. 38 che nel caso di annullamento di un permesso di costruire e qualora non sia possibile, sulla base di motivata valutazione, la rimozione dei vizi delle procedure amministrative o la restituzione in pristino, consente la fiscalizzazione dell’abuso e l’ottenimento del permesso di costruire in sanatoria a seguito di pagamento di una sanzione alternativa.
Esistono poi altri due articoli (art. 33, comma 2 e art. 34, comma 2) che consentono la fiscalizzazione dell’abuso ma senza avere i medesimi effetti del permesso di costruire in sanatoria.
Il presupposto per la sanatoria edilizia
Fatta esclusione della fiscalizzazione (che è una possibilità attivabile solo dall’amministrazione nella fase esecutiva della demolizione, quindi dopo l’emissione dell’ordinanza ripristinatoria), il presupposto per sanare un abuso edilizio è uno e uno solo: la doppia conformità edilizia.
Affinché sia sanabile è necessario che l’interessato dimostri all’amministrazione che l’intervento risulti essere conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente sia al momento della realizzazione dello stesso, sia al momento della presentazione della domanda. Questa condizione viene definita, appunto, doppia conformità senza la quale nel 2023 non si può certamente sanare un abuso edilizio.
Per il futuro le possibilità restano aperte visto che si è tornati a parlare di condono edilizio (con caratteristiche diverse rispetto ai 3 precedenti del 1985, 1994 e 2003) oltre che di un progetto di riforma del Testo Unico Edilizia che prederebbe in considerazione la possibilità di ancorare la sanatoria alla conformità dell’opera alla normativa edilizia e urbanistica vigente, prevedendo al contempo paletti importanti per le modifiche dei piani regolatori e regolamenti locali.